STUDENTI DI ARCHITETTURA, INGEGNERIA E DESIGN ALLA SCOPERTA DEI MILLE VOLTI DELL’URBAN ART

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IL POLIBA ALLA MOSTRA “IN MY NAME. Above the show”, A MONOPOLI. DOPO LA VISITA, guidati dai curatori, UN WORKSHOP SUL VALORE DELL’ARTE PER LA RIGENERAZIONE URBANA

A Monopoli, in una grande area militare dismessa, le opere di diciassette artisti contemporanei, italiani e stranieri, raccontano il variegato mondo dell’Urban Art come strumento di rigenerazione delle zone marginali delle città e del patrimonio industriale dismesso. Si intitola “IN MY NAME. Above the show” ed è la mostra-evento delle opere più significative dei precursori e dei maggiori protagonisti di una delle correnti più dinamiche dell’Arte Contemporanea.

Così Martina Cavallarin e Antonio Caruso, curatori della mostra, hanno ricostruito le tappe più significative dei movimenti “street” e delle loro contaminazioni; un evento unico nel suo genere calato nel contesto di un progetto culturale di trasformazione e valorizzazione urbana e paesaggistica. Un mondo di immagini, colori e suoni che scaturiscono dal ventre delle città e che il Politecnico di Bari ha voluto far conoscere, in tutto il suo valore interdisciplinare, a giovani aspiranti architetti, ingegneri e designer.

Grazie ad una collaborazione con Unlike, società organizzatrice di grandi eventi culturali, cinquanta studenti e studentesse del Poliba hanno visitato gratuitamente la mostra nei giorni scorsi, guidati dai curatori. Inoltre, hanno partecipato ad una masterclass e un workshop, con docenti del settore, sul tema del valore dell’arte come strumento di rigenerazione urbana, sociale ed economica.

«La collaborazione con Unlike, espressa attraverso la cornice creativa e ispiratrice della mostra-evento internazionale “IN MY NAME. Above the show”, rappresenta un esempio di come intendiamo il ruolo di un’università moderna – commenta la professoressa Mariangela Turchiarulo, Delegata del Rettore al Placement e alla Comunicazione istituzionale del Politecnico di Bari – ossia uno spazio inclusivo, fortemente radicato al territorio, in cui la conoscenza scientifica si apre alla contaminazione con il linguaggio dell’arte e dell’innovazione sociale».

La mostra offre, infatti, la possibilità di vedere riunite, per la prima volta, le origini dell’Urban Art, anche attraverso l’integrazione di performance e azioni site specific che hanno incrociato altre discipline urbane, in una visione organica. Dopo aver fatto tappa a Treviso, “IN MY NAME. Above the show” è approdata a Monopoli, presso l’ex Deposito di carburanti. In un’area di 2400 metri quadrati, sono esposti 155 fra tele e disegni, 2 opere in virtual reality, 18 tra sculture e installazioni, 5 video installazioni e proiezioni e un amplissimo bookshop di stampe. Nell’ambito della stessa collaborazione, il Politecnico ha offerto di recente alla città un evento di live painting di cui è stato protagonista l’artista Made514, uno dei pionieri dell’Urban Art in Italia.

«Gli eventi organizzati a Bari e a Monopoli, dai quali emerge una nuova sinergia tra scienza, tecnologia e creatività – aggiunge la professoressa Turchiarulo – offrono ai nostri studenti e alla cittadinanza la possibilità di esplorare l’incontro tra l’arte e le discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), come catalizzatore di cambiamenti urbani e sociali significativi. Questi momenti non solo favoriscono un arricchimento accademico – aggiunge la Delegata alla Comunicazione del Politecnico – ma stimolano anche un’apertura culturale fondamentale per formare i professionisti del domani, capaci di muoversi con sensibilità e competenza tra mondi e linguaggi diversi. È questa visione di università aperta e interdisciplinare – conclude la professoressa Turchiarulo – che guiderà il Politecnico di Bari nelle sfide future, consapevoli dell’importanza di educare non solo tecnici, ma cittadini creativi e consapevoli».

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