Il rettore del Politecnico, Cupertino, al dibattito di apertura della manifestazione: «Dobbiamo rendere il territorio più attrattivo a livello internazionale. Insieme, possiamo dare nuove prospettive alla città e alla regione»
C’erano i ragazzi delle scuole in
visita didattica, con il loro entusiasmo coinvolgente e mille curiosità sul funzionamento
dei modelli e prototipi in mostra. C’erano le famiglie, attratte dalla presenza
delle università e interessate a dare prospettive ai loro figli. C’erano tanti giovani
di passaggio, con le loro domande sulla scienza, sul futuro e sulle tecnologie
emergenti, compresi gruppi di turisti tra i tanti che affollavano la città, in
una giornata di ostinata, piacevole estate settembrina.
La Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici a Bari ieri è stata un evento di grande visibilità, grazie alla scelta di posizionarla nella centralissima piazza Umberto. Undicesima edizione locale della nota manifestazione che si svolge ogni anno in tante città europee, quest’anno il comitato organizzatore è stato particolarmente nutrito, con la partecipazione del Politecnico di Bari, l’Università Aldo Moro, la Libera Università Mediterranea “Giuseppe Degennaro”, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’IRCCS Istituto Tumori “Giovanni Paolo II”, l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro di ricerca in Viticoltura ed Enologia (CREA-VE), con la partecipazione dell’Associazione Italiana Studenti di Fisica (AISF), del National Quantum Science and Technology Institute (NQSTI), di EIT Food – European Institute of Innovation and Technology, di AIRC – Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, e del Sistema Museale di Ateneo (SIMA), e con il patrocinio del Comune di Bari e del Primo Municipio.
Sessanta stand, complessivamente,
sono stati allestiti dagli enti partecipanti per far conoscere ai cittadini il
lavoro dei ricercatori e i risultati della loro attività, con le innovazioni
che producono nella vita di ogni giorno in ambiti che spaziavano dall’alimentazione
all’edilizia, dalla sanità allo sport, dai trasporti all’energia. Il
Politecnico di Bari era presente con quattordici stand dedicati all’Ingegneria
e alle nuove tecnologie per il futuro; alle tecnologie biomediche e a quelle elettromagnetiche
per la salute; al controllo delle fitopatie (come la xylella) con applicazioni
di intelligenza artificiale; le telecomunicazioni e lo spazio; materiali
innovativi per applicazioni industriali; materiali incredibili; Ingegneria
bioinspirata (come l’ingegneria impara dalla natura); l’ingegneria delle
superfici (dalle zampette del geco al touchscreen); all’azione del vento su
superfici e ponti; al contrasto all’erosione costiera; alla tracciabilità e
controllo qualità dei prodotti agroalimentari; alla mixed experience (realtà virtuale
ed aumentata); fiano alla nuova vita dei
rifiuti (come ottenere biocarburanti e biolubrificanti da olii da cucina
esausti).
La Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici è durata, in realtà, l’intera giornata come previsto da un canovaccio ampiamente testato nelle scorse edizioni. Dal mattino fino a tarda sera di sono susseguiti esposizioni, laboratori, giochi interattivi, talk e dibattiti, guidati dai ricercatori e le ricercatrici. In apertura sono saliti sul palco, allestito davanti alla fontana monumentale di piazza Umberto, i rappresentanti istituzionali delle università e degli enti organizzatori. Il rettore Cupertino ha fatto riferimento alla capacità delle grandi metropoli americane, ma anche di grandi città europee, che hanno una cultura della ricerca e questa si manifesta, ad esempio, nella capacità di favorire la nascita e la crescita di startup innovative, capaci di trasformarsi rapidamente in grandi aziende e multinazionali nei settori-chiave dell’economia.
«Non dobbiamo puntare a
trattenere i nostri giovani in questo territorio – ha aggiunto Cupertino – ma dobbiamo
ambire piuttosto ad essere attrattivi, nella prospettiva di una città e di una
regione che offra nuove opportunità ai giovani appassionati di ricerca, agli
aspiranti startupper, agli investitori che possono trovare qui opportunità di
investimento, competenze qualificate e un ecosistema dell’innovazione fatto da università
ed enti di ricerca, imprese, startup». Dalla divulgazione scientifica alle
strategie di sviluppo, dunque, la ricerca scientifica ritorna al centro del
dibattito pubblico e apre nuove prospettive di collaborazione tra mondo
universitario, politica e impresa. Un’occasione per il territorio e per i suoi
giovani talenti.