Stop agli accordi promossi o finanziati direttamente dal governo israeliano. I docenti mettono le loro competenze a disposizione per la ricostruzione
Il Politecnico di Bari esprime solidarietà alla popolazione di Gaza e sospende ogni collaborazione di ricerca nella quale sia direttamente coinvolto il governo israeliano come ente promotore o finanziatore. Lo ha deciso il Senato accademico dell’Ateneo, per manifestare la contrarietà della comunità Poliba alla guerra in corso nella striscia di Gaza e a tutte le guerre, «fino a quando non saranno garantite condizioni minime di rispetto del diritto internazionale e di protezione della popolazione civile».
Inoltre, la comunità Poliba mette gratuitamente a disposizione le sue competenze multidisciplinari per supportare la ricostruzione di Gaza. In particolare, offre supporto per progetti preliminari nei settori dell’edilizia residenziale, dell’energia, dell’acqua e della logistica. Di seguito, il testo del documento approvato dal Senato accademico:
Dichiarazione del Senato Accademico del Politecnico di Bari a favore della pace e della ricostruzione di Gaza
Il Senato Accademico del Politecnico di Bari condanna con fermezza tutte le guerre in corso, in ogni parte del mondo, e ogni forma di violenza che colpisca civili, minoranze e popolazioni vulnerabili. Ribadisce il proprio impegno nella promozione di una cultura della pace, del dialogo, della cooperazione e del rispetto della dignità umana, che considera fondamenti irrinunciabili del progresso scientifico, civile e democratico.
In un momento in cui molte aree del mondo sono segnate da conflitti aperti o latenti, l’attenzione dell’opinione pubblica e della comunità internazionale è oggi richiamata in modo particolare dalla tragedia in atto nella Striscia di Gaza, divenuta ogni giorno più evidente attraverso le cronache, le testimonianze e i rapporti delle organizzazioni umanitarie.
Il drammatico inasprimento del conflitto in corso ha avuto origine come risposta all’attacco terroristico di inaudita violenza compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, un atto che ha causato la morte di centinaia di civili innocenti e che va condannato senza riserve. Tuttavia, quello che inizialmente poteva essere considerato una reazione legata alla sicurezza nazionale sta assumendo i contorni di un’azione disumana e indiscriminata nei confronti della popolazione civile palestinese. In coerenza con i principi della nostra Costituzione, che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11), il Politecnico di Bari si unisce alle voci delle istituzioni democratiche, della società civile e del mondo accademico che invocano il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, l’immediata protezione dei civili e l’avvio di una soluzione politica giusta e duratura, basata sul dialogo e sul riconoscimento reciproco.
Come ricordato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 2 giugno, “Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano”. Le università, in quanto comunità dedicate allo sviluppo della conoscenza e della coscienza critica, hanno il dovere morale di promuovere la pace, la dignità umana e il rifiuto di ogni forma di violenza e sopraffazione.
Pur ritenendo che la collaborazione scientifica debba restare, ove possibile, uno strumento di dialogo anche nei momenti più difficili, il Politecnico di Bari sospende le collaborazioni di ricerca nelle quali svolga un ruolo diretto il governo israeliano, come ente promotore o finanziatore, fino a quando non saranno garantite condizioni minime di rispetto del diritto internazionale e di protezione della popolazione civile. Tale scelta non pregiudica in alcun modo i rapporti con i ricercatori, le ricercatrici e gli studenti israeliani, che continuano a essere benvenuti e parte della nostra comunità accademica. La sospensione è da intendersi come atto di responsabilità civile e istituzionale, volto a stimolare un impegno effettivo verso il cessate il fuoco e la ricostruzione.
Si auspica che tale cessate il fuoco possa essere raggiunto al più presto, grazie a un’iniziativa forte e condivisa della diplomazia internazionale. Tale condizione è necessaria affinché, in una Striscia di Gaza finalmente libera dalla guerra e dalle organizzazioni terroristiche, si possa dare spazio all’azione delle organizzazioni internazionali portatrici di pace, della cooperazione e del diritto. In tale contesto, potrà avviarsi un processo di ricostruzione civile e materiale, fondato su giustizia, sicurezza e sviluppo umano. In questa prospettiva, le università possono e devono contribuire concretamente alla rinascita dei territori colpiti, mettendo a disposizione competenze, progettualità e relazioni internazionali. Per questo, il Senato esprime pieno sostegno all’iniziativa, avviata da docenti del Politecnico di Bari e da studiosi di altre università italiane e internazionali, di mettere gratuitamente a disposizione le proprie competenze per supportare la ricostruzione di Gaza. In particolare, si lavorerà all’elaborazione di progetti preliminari nei settori dell’edilizia residenziale, dell’energia, dell’acqua e della logistica, in ascolto delle richieste delle comunità locali e in raccordo con esperti e istituzioni internazionali.
Infine, il Senato condanna senza ambiguità ogni espressione di antisemitismo e, più in generale, ogni forma di discriminazione o incitamento all’odio fondata su razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine nazionale o sociale, condizione economica, nascita o qualsiasi altra condizione personale o collettiva, in coerenza con quanto stabilito dall’articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Nessuna critica a decisioni politiche o militari può mai giustificare comportamenti ostili verso popoli, culture o individui. In particolare, il Politecnico di Bari intende tutelare ogni componente della propria comunità universitaria, con speciale attenzione a studenti e studentesse che si trovino in condizioni di vulnerabilità o possano essere oggetto di discriminazione o isolamento.
Il Senato si impegna a continuare a promuovere, in tutte le sue attività, una cultura della pace, del dialogo e del rispetto della dignità umana, nella consapevolezza che solo su questi valori si può costruire un progresso sostenibile, fondato sulla libertà della conoscenza e sulla responsabilità verso l’umanità.