Lo ha nominato l’assemblea generale al congresso di Genova per il triennio 2022-2025. Continuità, Comunità, Partecipazione, Condivisione, sono le quattro parole chiave su cui si svilupperà il mandato triennale
28 ottobre 2022
Fabio Fatiguso, 54 anni, ordinario di “Architettura Tecnica” presso il Politecnico di Bari, è il nuovo Presidente nazionale di “Ar.Tec.”, la Società Scientifica di Architettura Tecnica italiana.
E’ stato eletto dall’Assemblea generale, tenutasi presso l’Università di Genova, per il triennio 2022-2025. Particolarmente significativa è la elezione di Fatiguso, docente Poliba. La storia di ArTec, nata per promuovere l’innovazione in ambito edilizio, la crescita culturale e professionale di studiosi, ricercatori e operatori nell’ambito dell’ingegneria edile e dell’architettura, conosce infatti la sua genesi proprio a Bari, presso il Politecnico, dove, nel 2002, l’Assemblea costituente ne definì caratteri scientifici e linee statutarie. L’atto costituivo di ArTec venne registrato nel 2003. La comunità che rappresenta è quella che si raccoglie intorno alla disciplina dell’Architettura Tecnica, la cui tradizione accademica conta circa 150 anni di storia. La centralità assunta da questa disciplina è cerniera tra due mondi, quello dell’ideazione e quello della fattibilità costruttiva.
Il neo Presidente
Fabio Fatiguso, laurea con lode in Ingegneria Civile, presso il Politecnico di Bari, dottore di ricerca in Ingegneria Edile presso l’Università degli Studi di Roma, La Sapienza, insegna “Recupero e Riqualificazione degli Edifici” nel Politecnico di Bari e nel Master in European Construction Engineering presso l’Universidad de Cantabria (Santander, Spagna). Dal 2019 è Prorettore e Presidente del Presidio di Qualità di Ateneo del Poliba e responsabile scientifico del Laboratorio di Tecnologie Edilizie del Dipartimento DICATECh dello stesso ateneo. La sua attività scientifica e di ricerca concerne il recupero edilizio e la manutenzione del patrimonio edilizio storico e delle architetture tradizionali mediterranee. E’ autore e co-autore di 6 libri e di oltre centodieci articoli e contributi in riviste internazionali. E’ inventore di 3 brevetti.
L’intervista di “Poliba Chronicle”.
Prof. Fatiguso, la prima pietra dell’atto costitutivo di “Ar.Tec.” fu posta propria a Bari, presso il Politecnico 20 anni fa. Oggi alla guida di Ar.Tec, figura Lei, docente proprio di quel Politecnico da cui tutto ebbe inizio. E’ un po’ un cerchio che si chiude. Con quali risultati?
Ar.Tec nacque a Bari con l’intento di strutturare una figura istituzionale capace di interpretare e veicolare l’ampio ed articolato patrimonio di saperi e di interessi disciplinari riferibili all’attività dei ricercatori e docenti del raggruppamento di Architettura Tecnica, peraltro già coordinati dagli anni ’80 nel Gruppo nazionale di Architettura Tecnica.
In questi anni Ar.Tec, oltre ad assumere la rappresentanza del settore scientifico-disciplinare nelle sedi istituzionali, ha promosso la crescita culturale e professionale degli studiosi, dei ricercatori e degli operatori nell’ambito dell’edilizia e dell’architettura, con particolare riferimento agli aspetti dell’innovazione in ambito edilizio; la divulgazione dei risultati di studi e ricerche svolte dai soci, sostenendoli nell’attività di diffusione della conoscenza acquisita ed orientandoli alla pubblicazione presso sedi nazionali ed internazionali di alta qualificazione scientifica non trascurando la formazione qualificata dei futuri quadri accademici.
Tra le diverse attività, Ar.Tec organizza i congressi annuali su temi di grande rilevanza nel settore dell’ambiente costruito; pubblica la rivista scientifica, “TEMA”: Technologies, Engineering, Materials and Architecture, di classe A per l’area dell’Architettura; supporta il Premio Zordan, rivolto ai giovani laureati. Particolare attenzione è poi rivolta ai giovani dottorandi e ricercatori.
La Società Scientifica di Architettura Tecnica, Ar.Tec, nasce dall’esigenza di mettere assieme la lunga storia dell’Architettura Tecnica, iniziata a metà Ottocento, con nuove esigenze legate al progetto ma anche ad una nuova interpretazione del passato costruito. Perché questa disciplina è ritenuta centrale negli studi e nella formazione di ingegneri e architetti?
La centralità dell’Architettura Tecnica nella formazione di ingegneri e architetti è prioritariamente conseguente all’essere cerniera tra due mondi, quello dell’ideazione architettonica e quello della fattibilità costruttiva e tecnica, esplorando i confini che connettono le finalità del progetto di architettura ai quadri prestazionali e tecnologici di riferimento. Infatti, i contenuti scientifico-disciplinari hanno come oggetto l’ambiente costruito nelle sue diverse articolazioni, di natura architettonica, tipologica, costruttiva, funzionale, prestazionale.
Inoltre, l’Architettura Tecnica fornisce ad ingegneri e architetti strumenti, metodi, modelli, per la conoscenza sotto il profilo critico, tecnico e sistemico del costruito, per la valutazione delle prestazioni e degli impatti del patrimonio esistente e delle nuove costruzioni, per la definizione delle soluzioni tecnologiche estese alla scala del progetto esecutivo, per l’analisi dei sistemi complessi e l’individuazione degli scenari di intervento, in relazione soprattutto ai principi di sicurezza e sostenibilità ambientale e secondo un approccio human-centred. In tale quadro, gli studenti di ingegneria e di architettura ritrovano nelle diverse discipline afferenti l’Architettura Tecnica contenuti riferiti alle tecnologie di progetto, di costruzione e di recupero degli edifici; alle tecniche dell’architettura e dei sistemi costruttivi, anche nel loro sviluppo storico; alla progettazione integrale degli edifici; alla progettazione e sperimentazione di materiali, elementi, componenti e sistemi costruttivi; all’analisi delle prestazioni e degli impatti economici ed ambientali degli edifici, anche a scala urbana; alla qualità del progetto e delle opere; alla gestione del processo progettuale e manutentivo degli edifici.
Il Congresso annuale, quest’anno tenutosi a Genova, presso la locale università, è stato incentrato sul tema della “Memoria e Innovazione”. Quale traccia è emersa dal confronto scientifico?
Genova 2022 ha offerto l’occasione per ritrovarsi, confrontarsi sui temi della ricerca e mantenere vivo il senso di appartenenza, sostenuti dall’entusiasmo dei numerosi giovani che si affacciano alla disciplina con vivace curiosità e rigoroso impegno.
Nei tre giorni di congresso, preceduti da due giornate dedicate ai giovani con eventi legati alle iniziative specifiche si sono dibattute le tematiche al centro delle attività scientifiche articolando i tavoli di lavoro in tre sessioni: Construction History and Preservation; Construction and Building Performance e Design and Building Technologies.
Nel solco del tema “Memoria e Innovazione”, ci si è confrontati sul passato, presente e futuro delle relazioni fra Architettura e Tecnica, sulle problematiche di riabilitazione e rigenerazione urbana e di recupero, restauro e riuso del patrimonio edilizio storico, sui metodi e strumenti innovativi per un futuro resiliente dell’uomo e dell’ambiente, sugli aspetti di progettazione integrale e di innovazione industriale, alla luce delle transizioni digitale e circolare.
Proprio il tema delle transizioni, e delle sfide e opportunità relative per l’ambiente costruito, sarà l’oggetto del prossimo congresso annuale che si terrà nel giugno 2023 a Bari, dove ci confronteremo cercando di rispondere ad alcune istanze fondamentali: come progettare il nuovo e, più di tutto, come migliorare l’esistente preservando il carattere identitario dei luoghi? Quali tecnologie sviluppare e come fare evolvere i processi di progettazione e costruzione? Come ottenere prestazioni di edifici e città capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di favorire l’inclusione?
Con quali propositi e priorità intende traghettare Ar.Tec nel prossimo triennio del suo mandato?
La mia presidenza sarà caratterizzata da 4 parole chiave: Continuità: Ar.Tec. deve consolidare e rafforzare le azioni e le iniziative già intraprese; Comunità: Ar.Tec. quale casa comune in cui riconoscersi come persone e studiosi; Partecipazione: in Ar.Tec. tutte le sensibilità devono avere voce e tutti sono chiamati a dare il loro contributo; infine, Condivisione: Ar.Tec. deve promuovere la condivisione delle informazioni e delle best practice all’interno e all’esterno di essa.
Alcuni obiettivi principali di mandato riguardano il rafforzamento dello spirito identitario in questo periodo di transizione relativo alla implementazione della L. 79/22, il consolidamento della Qualità della Didattica mediante, ad esempio, l’individuazione di obiettivi formativi specifici e risultati di apprendimento attesi minimi comuni per le diverse discipline erogate nelle sedi, l’implementazione di strumenti di supporto e coordinamento per la Ricerca e per ulteriormente accrescere la Qualità della stessa, l’attivazione di un percorso di Dottorato nazionale in Architettura Tecnica, la promozione di studi per una etica della ricerca.