Il ministro Messa all’inaugurazione dell’anno accademico: dal Mur 5,3 milioni di euro per il nuovo personale e per le borse di dottorato. Il rettore Cupertino: +33% di matricole in 5 anni, ma possiamo crescere ancora. «Vogliamo diventare il Politecnico del Mediterraneo»
Bari 17 giugno 2022 – Primo tra le università italiane per livelli di occupazione dei laureati; in crescita nelle classifiche internazionali sull’impatto della ricerca; sempre più connesso con il mondo delle imprese. L’obiettivo è diventare polo scientifico di riferimento nel Mediterraneo. Il Politecnico di Bari fa un bilancio dei risultati ottenuti e traccia la strada per i prossini anni, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022, che si è svolta oggi nell’auditorium della Legione Allievi della Guardia di Finanza di Bari.
«Qui, ma complessivamente in Puglia, la spinta, il potenziale, le peculiarità del territorio emergono tutte» ha commentato il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ospite d’onore dell’evento. «Quello che dobbiamo imparare a fare – ha aggiunto il ministro – è mettere in rete le specificità di ognuno per fare massa critica: da un’eccessiva frammentazione dobbiamo accelerare, anche culturalmente, perché ci sia un sistema coeso».
Le parole del ministro sono risultate in sintonia con quelle del rettore del Politecnico, Francesco Cupertino, che ha sottolineato l’importanza delle sinergie e ha aggiunto: «Per poter raggiungere gli obiettivi di crescita, deve aumentare anche il numero di studenti che possano vedere nel Politecnico di Bari il luogo dove studiare e fare formazione continua. Coltiviamo – ha aggiunto il rettore – la legittima aspirazione a diventare polo di attrazione nel Mediterraneo».
Significativi, al riguardo, i dati delle immatricolazioni e dell’occupazione dei laureati: +33% di matricole negli ultimi 5 anni, ma si può crescere ancora, con eventuali correttivi ai parametri sulla numerosità e il numero programmato. Le indagini di AlmaLaurea, poi, confermano la qualità dei laureati del Politecnico, con il primato nazionale (e miglior risultato storico per il Politecnico) della più alta percentuale di occupati (96.5%) tra le università italiane, a cinque anni dal conseguimento della laurea magistrale biennale. Ottimi anche i dati dei laureati triennali: ad un anno di distanza dal titolo, l’88% di questi risulta occupato.
Per supportare gli obiettivi di miglioramento e crescita annunciati dal rettore, il ministro Messa ha evidenziato l’impatto che avranno nei prossimi anni piani straordinari per il reclutamento del personale per il periodo 2022-2026. Al Politecnico di Bari sono stati assegnati oltre 2 milioni e 300 mila euro di questo primo stanziamento.
L’assegnazione delle risorse – ha spiegato a margine il ministro – è basata prioritariamente sui risultati conseguiti nella valutazione della qualità della ricerca definita dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca e nella valutazione delle politiche di reclutamento. Si tratta di risorse destinate all’assunzione di professori, ricercatori, personale tecnico-amministrativo delle università italiane.
Anche questo passaggio dell’intervento del ministro è sembrato in sintonia con le parole del rettore. Quest’ultimo ha sottolineato, infatti, come «nell’ultimo triennio sia aumentata la quota di risorse utilizzata per l’assunzione di docenti provenienti dall’esterno (da circa il 20% all’attuale 34%)». Nel dettaglio, si tratta di 148 procedure concluse, tra nuove assunzioni e avanzamenti di carriera, che hanno riguardato professori ordinari, associati e ricercatori, pari ad oltre il 50% dei docenti in servizio al Politecnico.
Altre 67 unità per il personale tecnico amministrativo, più ulteriori 34 posizioni, già bandite, per un totale di 101 unità entro pochi mesi, pari a circa il 40% del personale tecnico amministrativo in servizio. «Complessivamente – ha concluso il rettore sul tema assunzioni – abbiamo investito 70 punti organico nell’ultimo triennio e altrettanti ne avremo a disposizione nel prossimo».
Inoltre, sono previsti i fondi del PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza – che per il Politecnico di Bari equivalgono a circa 3 milioni di euro per attivare 76 borse di dottorato, 51 delle quali per il dottorato industriale (cofinanziamento privato). Un ulteriore incentivo, quindi, anche in questo ambito, visto che il numero dei nuovi dottorandi di ricerca del Politecnico è raddoppiato negli ultimi quattro cicli, da 50 a 104, con un totale iscritti di 239 dottorandi (+77%).
Infine, Cupertino ha proposto alcune idee in tema di nuovi modelli di formazione e di gestione dei rapporti con le imprese, per facilitare il trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca e l’aggiornamento continuo dei programmi di studio: la dad come strumento per favorire studenti e docenti internazionali e fragili, integrata con nuove attività laboratoriali ed esperienziali in presenza e una nuova didattica integrata tra atenei e imprese, attraverso accordi per la mobilità, anche a tempo parziale, per i dipendenti delle imprese e per i docenti, che possano garantire ad entrambi crescita scientifica e professionale. «Anche i professori – ha detto al riguardo il rettore del Politecnico – hanno bisogno di stare al passo, facendo più esperienza sul campo».
Come da tradizione della cerimonia inaugurale, sono intervenuti il rappresentante del personale tecnico amministrativo e bibliotecario, compito affidato quest’anno a Rosanna Devito e il presidente del Consiglio degli studenti, Eleonora Giammarini. Il professor Vito Albino, ordinario di Ingegneria economico gestionale, ha tenuto una prolusione sul tema Le università verso una nuova ecologia della conoscenza, delineando i nuovi scenari accademici per il futuro prossimo.
Costruire il proprio futuro: trovare il lavoro o crearlo? è stato poi il titolo della lectio inauguralis di Davide Dattoli, presidente e cofounder di Talent Garden. In rappresentanza dell’amministrazione comunale, invece, è intervenuto Eugenio Di Sciascio, vicesindaco di Bari ed ex rettore del Politecnico, che ha ricordato l’importanza della collaborazione e dell’integrazione tra la città e l’accademia, per uno sviluppo di entrambe nella stessa direzione.