EMSi, la tuta spaziale in orbita nella missione “AX-3 Voluntas”. OMNIAGV, il veicolo-robot per la logistica industriale. PNEUMA, o sulla teoria della foglia
17 luglio 2024
“Il design crea cultura. La cultura modella i valori. I valori determinano il futuro”. Così amava ricordare Robert L. Peters, grafico-designer (1954-2023). In questo percorso, il design, l’arte del saper coniugare funzionalità ed estetica, diventa futuro. Questa relazione, incentivata in forma espositiva nel 1954 dai grandi magazzini la Rinascente, per mezzo del grande architetto Giò Ponti, fu trasferita nel 1958, alla nascente Associazione di Disegno Industriale, ADI (Milano, 1956) che ne suggellò il valore con il premio, “Il Compasso d’Oro”. Tutt’ora, dopo 70 anni (1954-2024), ADI ne cura prestigio e imparzialità. Il Compasso d’Oro, giunto alla sua XXVIII edizione, è divenuto il più antico riconoscimento d’Europa nel settore del design italiano nel mondo.
Per l’edizione 2024, il catalogo dell’iniziativa, ha registrato la partecipazione di 311 prodotti. 59 quelli candidati al Compasso d’Oro 2024. 20 i vincitori; 39 le menzioni d’Onore; 3 Compassi d’Oro, sezione, “Young”; 5 attestati, “Targa giovani”, riservati ai progetti degli studenti delle università di design italiane.
Due, dei venti Compassi d’Oro 2024, sono stati attribuiti a progetti che hanno trovato supporto scientifico di sviluppo nel Politecnico di Bari. I premiati (cerimonia a Milano, 20 giugno scorso), soddisfatti per il prestigioso risultato, considerano il premio però, non una tappa d’arrivo, bensì un’occasione per proseguire studi e ricerche per una proposta sempre più perfettibile.
Qui presentiamo contenuti e sviluppi dei progetti premiati. Compasso d’Oro a “Rea Space”, startup e giovane impresa pugliese di Fasano (BR), che, con il sostegno della Regione Puglia, ha progettato e sviluppato, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione (DEI) del Politecnico di Bari, “EMSi”, “Electronic Muscle Simulation”: una innovativa tuta spaziale capace di riprodurre lo stimolo muscolare che il corpo umano riceve sulla Terra, simulando efficacemente la gravità in sua assenza parziale o totale. La pionieristica tuta, grazie a un tessuto avanzato in grafene e fibra di carbonio, è capace di produrre una compressione differenziale sui muscoli dell’astronauta per favorire la corretta distribuzione dei fluidi corporei e garantire comfort, libertà di movimento e proprietà antibatteriche attraverso il trattamento agli ioni d’argento. Dotata di un’unità di controllo elettronica avanzata, è progettata per raccogliere dati sull’attività muscolare durante le routine quotidiane degli astronauti. La tuta EMSi, in collaborazione con l’Aeronautica Militare Italiana e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), è stata recentemente testata nello spazio in occasione della “Missione AX-3 Voluntas” (17 gennaio-9 febbraio 2024) dal colonello dell’Aeronautica militare, Walter Villadei, pilota e componente della missione. Partita dal Kennedy Space Centre (Cape Canaveral) lo scorso 18 gennaio, con un razzo Falcon 9 di SpaceX, la missione Ax-3 è durata tre settimane, con 18 giorni passati dall’equipaggio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. In questo periodo, il col. Villadei ha svolto 13 esperimenti italiani, promossi dall’Aeronautica Militare in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che hanno coinvolto università, centri di ricerca e industrie.
Sui risultati dei test effettuati nello spazio sulla tuta “EMSi”, Flavio Gentile, co-fondatore e Ceo Rea Space, dice: “sono stati rilevati e collezionati dati biomeccanici e valutazioni di indossabilità della tuta, questo come primo step di evoluzione del prodotto. I dati raccolti, sono in fase di analisi ed elaborazione da parte del Dipartimento DEI del Politecnico di Bari e di REA Space”. E sul premio ricevuto? “È incredibile e un immenso onore aver ricevuto il “Compasso d’oro”, riconoscimento più importante al mondo per il design industriale. Non avrei mai pensato di vincere un premio così prestigioso e contribuire a dare valore alla nostra nazione attraverso un prodotto che porterà il nome del design italiano in giro per il mondo e nello spazio. Ringrazio chi mi ha supportato in tutto questo, in particolare modo Guido Santilio (Presidente ADI Puglia e Basilicata) per aver creduto in questo progetto”.
Compasso d’Oro a Tesar Automation, gruppo Tesar, di Santeramo in Colle a Ilario De Vincenzo, ingegnere progettista e designer di OMNIAGV, primo veicolo a guida autonoma per la logistica industriale, con capacità di carico sino a mezza tonnellata, dotato di “Aptius wheel”, la rivoluzionaria ruota omnidirezionale.
Il progetto OMNIAGV è nato in risposta all’esigenza dello stabilimento Bosch – Tecnologie Diesel di Bari al fine di ottimizzare i propri processi logistici con una soluzione intelligente e flessibile, realizzando consegne on demand di carrelli molto pesanti e dalle ridotte dimensioni. Le stringenti specifiche progettuali hanno richiesto uno sforzo inventivo rilevante, che si è tradotto nel concepimento di soluzioni tecniche originali, a partire dallo skate frame, un telaio su cui è stato realizzato un innovativo sistema di sollevamento, in grado di prelevare il carrello e stabilizzarlo durante il trasporto, fino ad arrivare a OMNIAGV Station: una stazione di ricarica e sostituzione automatica delle batterie del veicolo, che in soli 90 secondi permette il cambio della batteria esausta, in modo da non avere mai il veicolo in stato di fermo. Ma il vero valore aggiunto di OMNIAGV sta nella possibilità di muoversi agevolmente negli ambienti, grazie ad Aptius wheel, una nuova ruota omnidirezionale brevettata, evoluzione della ruota Mecanum, ma dalla capacità portante e dalle prestazioni cinematiche, come regolarità del moto e precisione di posizionamento, considerevolmente migliorate.
“Il Compasso d’Oro – ci dice il giovane progettista, Ilario De Vincenzo, made formativa, dalla triennale al dottorato, al Poliba – realizza un sogno e ripaga anni di duro e silenzioso lavoro. Ringrazio i miei compagni di viaggio. Questo successo è il frutto di una sana filosofia del lavoro e di un paziente percorso di piccoli passi contro mille avversità, dove determinazione, perseveranza e coraggio sono stati gli ingredienti essenziali. Altrettanto essenziale è stato il contributo di tutti i partner del Progetto di ricerca Innonetwork, tra cui il Politecnico di Bari, rappresentato nel progetto dal Prof. Giuseppe Carbone (Direttore del Dipartimento di Meccanica, Matematica, Management). Il suo supporto tecnico-scientifico nei punti più critici dell’innovazione sviluppata è stato molto utile e a Guido Santilio, attento valutatore e sostenitore della nostra idea”.
Intanto, soddisfatti del prestigioso riconoscimento, il team di Tesar Automation con Ilario De Vincenzo in testa, è al lavoro su un nuovo progetto, già in fase di realizzazione prototipale che qui presentiamo, anche con l’ausilio delle immagini. Si tratta di APTIUS AMR che estende i casi applicativi di OMNIAGV, realizzando non solo la movimentazione automatica di carrelli, ma anche di pallet, scatole e merce varia, grazie all’apposizione sul top della macchina di un accessorio (rulliera) di interfaccia con l’impianto di stabilimento. Tra le innovazioni di questo veicolo (lungo 894 mm, largo 614 mm, alto 356 mm), in grado di adattarsi non solo agli ambienti industriali ma anche a quelli ospedalieri, c’è un innovativo sistema di sospensione, in grado di disaccoppiare il moto delle ruote da quello delle masse sospese. Il montaggio meccanico del veicolo prototipale è stato completato. Nelle prossime settimane verrà completato quello elettrico ed APTIUS potrà muovere le innovative ruote.
Targa Giovani, Compasso d’Oro 2024, al progetto “Pnéuma, o sulla teoria della foglia” è uno dei cinque riconoscimenti attribuiti nella XXVIII edizione nella sezione studenti universitari. Unica proposta premiata del sud Italia, il progetto trova origine in una tesi di laurea in Disegno Industriale triennale del Politecnico di Bari del 2021. Pneuma è coinvolgente, attuale, ricco di spunti e riflessioni, proteso alla ricerca di prossimità con la natura, in uno scambio alla pari. Pnèuma, dal greco antico, soffio, principio di vita, ha inteso sensibilizzare le comunità che insistono negli specifici territori sulla consapevolezza tangibile delle emergenze climatiche e ambientali. Esso riassume un percorso didattico intrapreso nel 2020, dedicato al geo-design, finalizzato a sviluppare la comprensione delle inter-connessioni che legano tra loro gli ambienti (economico, culturale, sociale e politico) costruiti dall’uomo e le altre specie (animali, piante, microrganismi o l’intero albero della vita), intesi come veri e propri patrimoni dei territori.
Pnéuma è un progetto di mediazione e relazione tra uomo e natura, tecnologia e cultura, in perfetta corrispondenza con le più recenti ricerche internazionali di design esposte alla XXII Triennale di Milano nella quale la sostenibilità non è interpretata solo rispetto all’inquinamento, al consumo di materiali, al riscaldamento globale, ma anche alle strutture della società. Il progetto, pensato per il Parco della storia dell’Uomo della gravina di Matera, interpreta tale rapporto attraverso le ricerche sull’elettrofisiologia delle piante, condotte presso il Lab dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Un dispositivo, appositamente creato, è in grado di produrre energia luminosa grazie allo sfregamento delle superfici delle foglie con micro-pellicole conduttive mosse dal vento. Questi ibridi vegetali sono in grado di convertire in luce il vento, sfruttando il diverso orientamento naturale delle foglie, misurandone le qualità formali, specie per specie.
Attraverso la luce, la struttura vegetale, con le sue nervature e i suoi margini, diventa la manifestazione tangibile della vitalità del mondo naturale, riflettendo il suo respiro vitale, il “pnéuma”. In questo modo, il dispositivo rivendica la presenza della natura, solitamente oscurata durante la notte e dall’attività antropica, rivelandosi come un soggetto attivo. La luce così prodotta misura specie per specie, gli spessori materici e le qualità formali di ciascuna foglia, restituendo la singolarità di ciascuna di esse nella molteplicità, e infine in un unico corpo luminoso che condivide lo stesso respiro (Pnéuma) con ciascuno di noi.
Man mano che si scende nella profondità della gravina materana – racconta il progetto – le pareti rocciose, con il loro tempo geologico, lasciano spazio alla vegetazione che aumenta per la vicinanza alla fonte d’acqua che la percorre sul fondo. Così le foglie illuminate dal respiro del vento possono, misurare questa profondità tra tempo della vita e tempo geologico.
Il premiato progetto, “Pnéuma, o sulla teoria della foglia” è stato realizzato dai neolaureati designer del Politecnico di Bari: Martina Pilla di Lucera (FG); Luigi Basile di Grumo Appula (BA); Gianluca Gorgoglione di Barletta (BT); coordinati dalla prof.ssa Rossana Carullo (supervisore) e dal prof.re. Sergio Bisciglia del Politecnico di Bari con i contributi di Chiara Amoruso, light designer, Emanuele Frascella e Barbara Mazzolai, direttrice del Bioinspired Soft Robotics Lab dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.