L’analisi del rettore del Politecnico di Bari ad un workshop sullo sviluppo del settore spaziale. Agli studenti dice: cogliete le opportunità del momento
27 marzo 2024
È il momento di cogliere le opportunità della nuova economia spaziale. Lo ha detto il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, riferendosi anche agli studenti, in apertura del workshop “Space Situational Awareness: Current Framework and Future Challenges”, che si è svolto ieri al Campus nella sede di BINP, l’incubatore di startup e hub innovation del Politecnico. Hanno partecipato imprenditori, tecnici, alti ufficiali delle forze armate che a vario titolo operano nelle agenzie spaziali, nei centri di controllo e nelle aziende più competitive del settore. Erano presenti anche molti giovani, iscritti a vari corsi di studio, ricercatori e docenti.
L’iniziativa è stata organizzata dal Politecnico per confrontarsi sulla situazione spaziale, sulle sfide dei prossimi anni e sulle possibilità di collaborazione tra università, istituzioni, imprese. L’obiettivo è sostenere, anche in questo settore, l’innovazione tecnologica, la condivisione di conoscenze, la formazione di nuovi professionisti in linea con le esigenze delle aziende.
«Oggi dobbiamo provare a spingerci un po’ oltre, rivendicando un nuovo ruolo nel Mediterraneo» ha dichiarato il rettore Cupertino (nella foto sotto) a proposito delle potenzialità della Puglia nello sviluppo della space economy in Italia e nei paesi limitrofi. «Dai Balcani, dal Medio Oriente, dall’Africa settentrionale guardano inevitabilmente a noi – ha aggiunto il rettore – perciò dobbiamo farci trovare pronti, dobbiamo puntare a diventare un polo di eccellenza per la ricerca avanzata, per l’innovazione tecnologica e per l’attrazione di talenti e investimenti».
L’interesse alla collaborazione, in questo momento, è comune a tutti gli attori, come emerso dai lavori del workshop. Sono intervenuti Marco Castronuovo, responsabile dell’ufficio gestione del traffico spaziale all’Agenzia Spaziale Italiana; il colonnello Dario Tarantino, comandante del Centro Space Situational Awareness dell’Aeronautica Militare; il tenente colonnello Jacopo Paoli, comandante del Gruppo Ingegneria Aerospaziale dell’Aeronautica Militare; Cristoforo Abbattista, dell’azienda Planetek; Stefano Antonetti, in rappresentanza di D-Orbit; Paul Graziani, di Comspoc; la professoressa Caterina Ciminelli e Giulio Campiti, del Politecnico di Bari. Ha moderato il dibattito il generale Roberto Vittori, astronauta dell’Agenzia Spaziale Italiana, anche nella veste di docente del Politecnico al dottorato di Ingegneria e Scienze aerospaziali.
A margine dei lavori, Vittori ha evidenziato come l’impegno del Politecnico, in questo momento, rappresenti un’opportunità da non perdere per il territorio, paragonandola alle esperienze di collaborazione pubblico-privata negli Stati Uniti, che hanno favorito lo sviluppo di grandi realtà del settore spaziale.
Tra i relatori, Castronuovo ha illustrato i programmi dell’Agenzia Spaziale e alcuni progetti speciali in corso, tra i quali una rete internazionale di telescopi di ultima generazione, con un centro di analisi dei dati, finanziata con fondi PNRR e che prevede un’installazione a Matera. Il colonnello Tarantino ha spiegato come avviene, con quali tecnologie e quali competenze servano per il monitoraggio, la caratterizzazione e la classificazione degli oggetti spaziali: un lavoro che ha portato, fino ad ora, all’elaborazione di un catalogo di 25.500 oggetti spaziali in continuo aggiornamento.
Come ha spiegato Cupertino, bisogna valorizzare un ecosistema promettente (e in posizione geografica strategica), formato da aziende che operano a livello internazionale, da startup e PMI innovative, sostenuto da politiche pubbliche mirate. Servirà, ovviamente, una grande quantità di nuove tecnologie e nuovi profili che dovranno essere multidisciplinari, adeguati agli scenari, complessi e mutevoli, della space economy. «Il Politecnico sta investendo molto in questo settore – ha detto infine il rettore – per quanto riguarda la ricerca, il trasferimento tecnologico e la formazione dei nostri giovani, per essere motore di sviluppo per il territorio e il Paese».